Si è concluso il processo di selezione dei vincitori della Call for Regions – Carta E 2021, iniziativa indetta da
UniCredit Foundation che ha visto la partecipazione di quasi 700 Enti del Terzo Settore e che vede la nostra
associazione vincitrice al primo posto tra i quattro progetti selezionati nella Region Nord Est (unico progetto
in Trentino).
Il bando aveva l’obiettivo di coinvolgere le “Region” di UniCredit – le sette strutture organizzative della
Banca presenti in Italia (Nord Ovest, Lombardia, Nord Est, Centro Nord, Centro, Sud e Sicilia) e deputate a
gestire i rapporti con i territori, cogliendo i bisogni e le sensibilità delle comunità locali – nell’individuazione
sul territorio di progetti di solidarietà a supporto dell’infanzia.
Aipd del Trentino ha partecipato all’edizione 2021 con il progetto IL MONDO E’ LA MIA CASA.
Il progetto ha l’obiettivo di promuovere un intervento di acquisizione e/o recupero di autonomie (messe a
dura prova in questo periodo di pandemia), di conoscenza del territorio e sperimentazione di relazioni
inclusive volto a sostenere lo sviluppo delle potenzialità dei bambini e adolescenti con sindrome di Down
come membri attivi delle proprie comunità locali potenziando il loro empowerment personale e favorendo
legami e reti sociali. Un progetto mirato alla realizzazione di attività di esplorazione/riappropriazione del
proprio territorio, inteso sia come luogo geografico che culturale e di relazione. Un ruolo importante sarà
assegnato ai partner territoriali, definiti “Compagni di viaggio” (associazioni culturali e di volontariato,
esperti, amministrazioni locali, aziende private…) che verranno coinvolti nella scelta e nella realizzazione
delle “missioni” al fine di ampliare gli orizzonti dei ragazzi e promuovere azioni inclusive sul territorio e
favorire il prosieguo di questa esperienza.
Il modello innovativo del progetto è quello di favorire l’incontro sul campo tra persone fragili e le proprie
comunità di appartenenza in una logica non di assistenzialismo ma di reciproco scambio. Troppo spesso le
comunità, in senso ampio, hanno accolto le persone con disabilità riconoscendosi una sorta di obbligo
morale come soggetti forti nei confronti del soggetto debole. Con questo progetto si vuole sovvertire
quest’ottica favorendo sul territorio esperienze pratiche di collaborazione per fare in modo che prima della
disabilità siano in primo piano le PERSONE. All’interno delle realtà territoriali i bambini e ragazzi con
sindrome di Down porteranno il loro contributo affinché l’esperienza vissuta cambi non solo la persona con
sindrome di Down ma la comunità intera. ll ruolo del Terzo Settore in questo caso diviene un ruolo
“educativo” per le comunità territoriali che solo attraverso la collaborazione attiva possono superare i
pregiudizi e gli stereotipi. E’ solo attraverso l’incontro che si superano le barriere, l’incontro spazza via ogni
paura, ogni ostacolo.
